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Scuola senza voti né compiti

C’è una scuola che non assegna compiti e non attribuisce voti ai suoi studenti: dopo aver rischiato la chiusura, ora il boom di domande in continua crescita

Esiste una scuola che non dà voti né compiti. Anzi, ne esiste più di una: dal Liceo Morgagni, a Roma fino alla scuola primaria Massalongo di Verona. Proprio quest’ultima sta ora registrando un boom di iscrizioni, dopo essere stata a un passo dalla chiusura definitiva. “L’impronta è di Maria Montessori – ha spiegato al Corriere della Sera la docente e referente di plesso Teresa Zaccaria – lungi dall’essere un sistema innovativo, ha più di un secolo alle spalle, sedimentato e comprovato in tutto il mondo”.

“Il voto indica se uno studente è in grado di ripetere lo stesso dato in un preciso momento. Ma è così importante? – si chiede il docente referente del progetto Montessori per l’IC18 Davide Quinci – Invece se c’è ricerca personale e attiva, stimolata da una motivazione e una curiosità, il percorso di conoscenza viene interiorizzato diventando competenza e abilità, che saranno a loro volta da stimolo per ulteriori approfondimenti”. Ricordando che “qui forniamo un metodo di studio”. Il punto proposto dai due docenti a Il Corriere della Sera è questo: “Quante volte, anche dopo un esame universitario, preparato di corsa solo per superarlo, abbiamo dimenticato i contenuti? Qualunque apprendimento mnemonico, seppur premiato col voto, non va a sedimentarsi, perché non c’è più motivo per ‘trattenerlo’”. Da qui il punto di partenza per la rivoluzione in questa scuola di Verona che non prevede voti né compiti per i suoi studenti.

La scuola senza voti e senza compiti: “i bambini vogliono restare anche dopo il suono della campanella”

La scuola primaria Massalongo è la prima scuola pubblica di Verona che ha formalmente deciso, in un collegio docenti del 2017, d’istituire un plesso a ispirazione montessoriana” illustra Davide Quinci. Nel 2016 la Massalongo aveva appena 8 iscritti, sfiorando concretamente il rischio di chiusura, poi la rinascita con l’applicazione del metodo montessoriano che non prevede né voti né compiti. E poi l’incredibile risposta dei genitori e dei bambini, con domande di iscrizione che aumentano sempre di più. “È la direzione che abbiamo scelto di prendere per offrire un servizio alla città: una scuola di qualità, basata su un metodo accettato dal Miur” ha affermato Teresa Zaccaria. E “quando saremo convenzionati, potremo attingere dalle graduatorie ministeriali di docenti montessoriani, in modo da soddisfare le crescenti iscrizioni”.

Teresa Zaccaria spiega che “lavorare per il voto porta alla rincorsa, alla competizione”, mentre “lavorare per sé, attratti dalla soddisfazione profonda dell’apprendimento, rende il voto e qualunque premio scevro di senso”. E svela che quando suona la campanella “i bambini ci chiedono di restare ancora un po’ per continuare a lavorare”.

28.11.2022 – Marta Duò

Il Sussidiario