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A FINE LEZIONE È MEGLIO TESTARE LE ABILITÀ PIÙ CHE LE CONOSCENZE

Svolgere lezioni di informatica in Dad richiede un’accurata fase di preparazione della lezione per rendere l’argomento meno pesante e il più interattivo possibile. Prima di mettere a punto e lezioni bisogna curare tre aspetti fondamentali: la piattaforma, l’applicazione e infine la metodologia.

Le indicazioni preliminari

La piattaforma è l’insieme di programmi che permettono di connettersi con la classe. In genere viene scelta dal dirigente scolastico e i docenti la adottano, l’unico compito dell’insegnante è quello di imparare a utilizzarla.

La scelta dell’applicazione da utilizzare invece spetta al docente e presenta una prima sfida: la disuniformità delle piattaforme utilizzate dagli studenti. Nelle lezioni in laboratorio ogni studente ha a disposizione il Pc d’aula già attrezzato per le specifiche attività, nelle lezioni a distanza ogni studente utilizza un dispositivo differente. Alcuni studenti si connettono con un Pc, altri si connettono con un tablet, alcuni usano un sistema operativo come Windows, altri un dispositivo Mac, oppure Android. Bisogna tenere conto di questo aspetto nella scelta del software. Meglio scegliere un programma multipiattaforma, che può essere usato da tutti gli studenti.

L’ultimo aspetto da curare è la metodologia di lezione. Per cercare di coinvolgere i ragazzi è bene usare un approccio molto pratico e che richieda di svolgere esercizi agli alunni dall’inizio dell’argomento fino alla fine, cercando di aumentare il livello di difficoltà in maniera graduale e prevedendo varie fasi di interazione tra alunno e insegnante. È sempre utile terminare le lezioni con un test finale abbastanza importante ed impegnativo. Infine, la valutazione deve sommare tutti i lavori svolti durante l’attività, e questo aspetto deve esser ben chiaro alla classe dall’inizio delle lezioni.

Un caso concreto

Facciamo un esempio: diciamo che dobbiamo spiegare agli studenti l’utilizzo di Excel: le prime lezioni ovviamente saranno per lo più introduttive all’argomento. In questa fase gli studenti seguono la spiegazione ed eseguono passo-passo la procedura che mostro loro tramite la riunione. Alla fine di ogni lezione tutti gli studenti devono consegnare il file al docente con il lavoro finito, in questo caso la consegna deve essere immediata alla fine della lezione, in questa fase una mancata consegna risulterà in una penalizzazione nel voto finale.

Dopo questa fase iniziale si passa al lavoro pratico per gli studenti, dove gli esercizi verranno eseguiti in modo autonomo dagli alunni che avranno delle istruzioni sempre meno dettagliate man mano che si procede nell’argomento. Nell’esercizio saranno presenti argomenti già trattati e una percentuale di istruzioni mai spiegate a lezione. Inoltre, il tempo per lo svolgimento dell’esercizio sarà relativamente breve, circa 30 minuti, al termine dei quali possono consegnare in orario oppure decidere di continuare l’esercizio come compito per casa entro la prossima lezione. In quell’occasione eseguirò io stesso l’esercizio per far vedere agli studenti come andava svolto in maniera corretta e chiedendo loro se poteva essere svolto in maniera differente: questa interazione serve per abituare gli studenti ad autocorreggersi. Di solito incoraggio gli alunni valutando in maniera meno grave gli errori autocorretti, ma evidenziando il fatto a tutta la classe. Dopo la correzione, vado avanti con un altro esercizio e, se c’è ancora tempo, assegno un esercizio per casa. La data di consegna è sempre impostata per la lezione successiva.

Il questionario

Quando ritengo che l’argomento sia stato trattato completamente faccio svolgere un questionario su Forms con domande a risposta multipla. Va ricordato che è sempre meglio testare le abilità e non le conoscenze; è meglio porre una domanda come: «Posso usare Excel per stampare un documento?» anziché: «Come faccio a stampare il foglio di Excel?» Ovviamente gli studenti hanno molti modi per imbrogliare, ma per cercare le informazioni è sempre necessario del tempo. Lasciando loro il tempo strettamente necessario alla lettura della domanda, ai pochi secondi di ragionamento e all’inserimento della risposta è possibile evitare eventuali “furbate”.

Dalla mia esperienza bisogna dare circa 45 secondi a domanda per eseguire il test. Meglio non fare test troppo lunghi, il mio optimum è 25 domande con 20 minuti di tempo, a meno di domande troppo lunghe. Il voto finale dell’attività sarà dato per metà dagli esercizi svolti durante il corso delle lezioni e per metà dal test finale.

Usando questa metodologia riesco a ottenere buoni risultati sia come affidabilità delle valutazioni che come apprendimento degli studenti. Certo esistono ancora aspetti che non riesco a trasmettere. Ad esempio, non ho ancora trovato soluzione al problema principale della generazione Y,: far capire loro che saper usare uno strumento informatico e far funzionare uno strumento informatico sono due cose completamente diverse, e ovviamente, in un corso di informatica bisogna imparare bene una sola delle due.

da Il Sole 24 Ore – di Silvio Pierro – 2 dicembre 2020