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Scuole chiuse: alleanza Docenti e genitori

Genitori e insegnanti a lezione insieme: «Alleanza indispensabile per crescere i nostri figli ». 

Lockdown, un genitore su cinque vive con preoccupazione il rapporto con i figli

Genitori e insegnanti a lezione insieme: «Alleanza indispensabile per crescere i nostri figli »

da Corriere della sera – 19/11/2020

In questo periodo di pandemia la formazione online offre un ventaglio di opportunità molto ampio. Singolare, e soprattutto di vitale importanza proprio per il momento di grande incertezza che stiamo vivendo, è il percorso «Scuola Genitori e Insegnanti: crescere insieme», promosso dal Professor Salvatore Toti Licata, docente esterno dell’Università Milano Bicocca. Il percorso, unico nel suo genere, è rivolto alle famiglie per aiutarle nel difficile compito di educare i propri figli in una realtà sociale alquanto complessa. In particolare, l’obbiettivo è mettere in contatto attraverso il dialogo, la condivisione e le buone prassi il mondo della famiglia con quello della scuola. Un’esigenza reale che è sempre esistita, ma diventata ancora più necessaria al tempo del Covid. La prima edizione della «Scuola Genitori e Insegnanti: crescere insieme» si è svolta in 9 lezioni frontali nell’arco di tempo da settembre a maggio scorso, quest’anno, a causa dell’emergenza, il percorso si tiene online sulla piattaforma Microsoft Teams. Per saperne di più ne parliamo direttamente con il professor Licata.

Professor Licata, da cosa nasce l’idea del corso?
«L’idea è nata da un confronto avuto presso la Scuola Maria Bambina di Binasco (provincia di Milano). Si parla tanto di comunicazione, educazione, condividere l’accompagnamento alla crescita dei ragazzi che sono figli e alunni, ma nessuno fa un’azione concreta di rete: incontri per condividere l’essenza del perché essere un buon insegnante e come essere genitore nel terzo millennio. Minori visti non come scatole da riempire, ma soggetti meritevoli di stima, da accompagnare nel processo di crescita. Gli incontri sono finalizzati ad un confronto su temi scelti, selezionati e concordati tra una rosa di argomenti e titoli possibili. Ogni incontro è diviso in due fasi. Nella prima il sottoscritto fa una relazione sul tema, dialogando con gli interlocutori dell’incontro. Nella seconda fase emergono domande e confronti specifici tra genitori e insegnanti. In questa seconda annualità totalmente online è stato interessante ascoltare il confronto anche con provenienze e appartenenze diverse, ma dallo stesso risultato, tra Como e Catanzaro».

Quali sono gli obiettivi del percorso “Scuola Genitori e Insegnanti: crescere insieme”?
«Le finalità del corso sono essenzialmente quattro. Condividere riflessioni e vita, in atteggiamenti di rispetto e comprensione che aiutino a creare criteri educativi più condivisi. Aiutare e dare sostegno ai genitori nel riconoscere i criteri educativi. Aiutare gli insegnanti a conoscere e comprendere le preoccupazioni delle famiglie in relazione all’educazione dei figli. Aumentare la competenza degli educatori (genitori e insegnanti), per stabilire relazioni positive con bambini e giovani».

Gli aderenti al percorso formativo, tra docenti e genitori, chi sono?
«I docenti che hanno aderito sono insegnanti che operano dalle scuole elementari alle scuole superiori. Idem i genitori hanno figli che frequentano dalle scuole elementari alle superiori. Non ci sono limiti di partecipazione, ma solo la voglia di ascoltare, capire e confrontarsi: crescere insieme».

A livello di interesse e partecipazione è soddisfatto di come è andata la prima edizione?
«La prima edizione, iniziata con incontri in presenza e proseguita causa Covid on line, ha raggiunto due importanti risultati. Evidenziare attraverso i racconti l’applicazione quotidiana svolta da insegnanti e genitori e la volontà di proseguire il percorso formativo con una nuova annualità, scegliendo i temi da trattare».

Nella riformulazione del corso di quest’anno ha tenuto conto della DAD, e quindi di nuove esigenze e un nuovo modo di rapportarsi della famiglia? Se sì, in che modo?
«Sì e ne abbiamo parlato. La Didattica a distanza è un’opportunità di crescita e responsabilizzazione sia per i docenti di ogni ordine e grado, sia per gli studenti di tutte le età. Ma anche la responsabilizzazione dei genitori come sopporto e verificatori dialoganti con gli insegnanti. Certo, la mancanza di aula è drammaticamente reale. Il bisogno di contatto, confronto, scontro per crescere è impagabile. Contenuti didattici, regole di comportamento, costanza e risultati si possono verificare anche facendo insieme tutti DAD. Ancora di più è utile e corretta la relazione e il mantenimento efficace del rapporto tra insegnanti e genitori. La testimonianza più bella è stata quella di un ragazzo che al rientro in aula ha dichiarato “mi siete mancati tutti”, rivolta a compagni e insegnanti».

Lockdown, un genitore su cinque vive con preoccupazione il rapporto con i figli

da Il Sole 24 Ore – 19/11/2020 – redazione

La gestione delle attività scolastiche a casa, la sensazione di non essere ascoltati dai propri figli o di non riuscire a trovare uno spazio per sé stessi. Sono queste le situazioni che più di tutte hanno fatto sentire i genitori in difficoltà durante il lockdown, portandoli in alcune occasioni a perdere la calma.

È quanto emerge da un’indagine i cui risultati saranno presentati martedì 24 novembre all’Università di Milano-Bicocca nel corso del webinar “Genitori in lockdown. Per non sentirsi in trappola”; previsti ampi spazi di confronto tra genitori, insegnanti, educatori e professionisti che operano nel sostegno alla genitorialità. L’incontro, aperto a tutti, sarà anche l’occasione per presentare il documento Tips for parents in lockdown per i genitori, una raccolta di spunti concreti e strategie per gestire la quotidianità con i figli nei momenti di difficoltà.

La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto europeo Depcip (Digitised education of parents forchildren protection), dedicato allo sviluppo di proposte formative per genitori per la promozione dei diritti dell’infanzia e per la prevenzione contro la violenza che coinvolge cinque Paesi: Grecia, Lituania, Italia, Spagna e Turchia.

Il gruppo di ricerca di Milano-Bicocca coordinato da Elisabetta Biffi del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” ha il compito di guidare la partnership nella progettazione di interventi formativi per i genitori.

Lo studio ha raggiunto circa 1.000 genitori in lockdown provenienti dai Paesi coinvolti nel progetto, di cui circa 400 genitori italiani. I dati raccontano come, pur dichiarando di essersi sentiti pronti ad affrontare l’emergenza in corso – circa il 70 per cento degli intervistati – i genitori abbiano attraversato emozioni estremamente contrastanti durante il periodo di lockdown, alternando preoccupazione e ansia a momenti descritti come inaspettatamente positivi e sereni nella relazione con i figli.

Nel quadro difficile che la condizione di lockdown portava con sé, il 18 per cento, circa 1 genitore su 5, ha avuto l’impressione o il timore di essere stato violento con i propri figli durante l’emergenza.

Pur consapevoli della necessità di avere un’interazione positiva con i propri bambini e anche dichiarandosi contrari alla violenza, il 29 per cento dei genitori intervistati dichiara di fare ricorso alle punizioni fisiche qualche volta o sempre con l’intento di educare il proprio figlio, l’84 per cento afferma di alzare la voce e circa l’80 per cento limita l’accesso dei figli a telefonino, tv, tablet o videogiochi. Dati che fanno emergere la difficoltà che spesso i genitori hanno nel rispondere a situazioni di tensione con i propri figli.

Accanto alla comprensibile preoccupazione, all’ansia, alla paura, emergono anche molti stati d’animo positivi, come la speranza, la serenità e la gioia di poter dedicare più tempo ai propri figli nel 30 per cento dei casi. Più nel dettaglio, l’8 per cento dei genitori cita solo emozioni positive, il 9,5 per cento emozioni in prevalenza positive e circa l’8 per cento riferisce in egual misura stati emotivi positivi e negativi. Queste emozioni si sono rivelate importanti risorse legate ad un più alto livello di benessere personale e alla percezione di essere adeguatamente equipaggiati per affrontare l’emergenza.

Il lockdown ha fatto emergere anche la necessità di ripensare gli spazi, privati e comuni. Per il 18 per cento degli intervistati cortili, androni e balconi hanno assunto nuovi significati: sono stati visti come un’opportunità di vivere lo spazio e il tempo in modo nuovo insieme ai propri figli.

Tra i luoghi che sono mancati di più durante il periodo di isolamento forzato, il 30 per cento dei genitori ha indicato quegli spazi pubblici che hanno a che vedere con le attività dei propri figli, come parchi, palestre e scuola.Quasi tutti i genitori intervistati affermano poi che sarebbe molto utile poter apprendere strategie pratiche per affrontare situazioni difficili che si ritrovano a vivere con i figli, per imparare a gestire i conflitti e le situazioni stressanti in cui sentono di aver raggiunto il limite.